sabato 27 giugno 2015

Stadio a Moneti, che fretta c'era? (E qualche altro interrogativo)

Solita maglietta nera-talismano, il Gianni Moneti che venerdì si è presentato in sala stampa è parso più esuberante del solito. Una sicumera sospetta, incomprensibile per chi non sapesse dell'enorme regalo che il presidente aveva appena ricevuto dall'amministrazione comunale: la proroga della gestione dello stadio. Sotto silenzio (la maggioranza tace, le opposizioni dormono, la stampa locale... lasciamo perdere) giovedì la giunta (tutti presenti, tutti favorevoli) ha deciso che Moneti potrà tenere il Riviera delle Palme almeno per un altro anno, in barba alla gara pubblica per l'affidamento che sí, in condizioni normali sarebbe necessaria (almeno questo la giunta lo ha dovuto riconoscere), ma che con tutto il casino che s'è creato attorno all'affare stadio, se la spicci il prossimo sindaco... 

La tempistica è incredibile: dalla richiesta alla concessione passano appena tre giorni. Lunedì Moneti protocolla la sua letterina (n° 40535), giovedì la questione è già in giunta, sul cui tavolo è apparecchiata una proposta di deliberazione che, senza troppo discutere, viene approvata. Neanche a dirlo, il coro degli assessori vota anche l'immediata esecutività che - lo sappiamo tutti - è la corsia preferenziale attraverso cui i provvedimenti più urgenti vengono dichiarati subito validi, anche prima di essere pubblicati all'albo, pure prima di informare la cittadinanza. Che fretta c'era?

Una gran fretta, a giudicare dalle mosse di Moneti che va subito al sodo. La delibera 104 dà incarico al dirigente del settore sportivo di procedere con la proroga alle stesse condizioni dell'anno precedente. E' l'ultimo atto di una riunione cominciata alle 18 e che ha deciso sul trasferimento di due dipendenti, approvato il piano del comandante dei vigili per il potenziamento dei controlli stradali e dato il via libera ad un'isola pedonale a Porto D'Ascoli. Sarà pur finita tardi, la riunione... Ma l'indomani il presidente può presentarsi alla conferenza stampa con cui annuncia il no all'offerta d'acquisto da parte della cordata animata da Noi Samb e declamare bello tronfio "la trattativa è finita qui". Avrebbe avuto la stessa sicumera senza il regalo del sindaco? Se la gestione del Riviera fosse ancora in sospeso, con l'eventualità (remota e malaugurata) che possa andare ad un'altra società sambenedettese, Moneti avrebbe avuto il coraggio di sbattere la porta in faccia all'azionariato popolare o si sarebbe seduto al tavolo del confronto? Perché dargli questo vantaggio determinante?

Questo è il Comune di San Benedetto. Altrove gli amministratori scelgono e decidono diversamente; basta guardarsi attorno. A Parma proprio oggi una cordata pronta a rilevare la squadra si è ritirata perché il Comune ha deciso di affidare lo stadio (l'amato Tardini, lacrimuccia...) all'altra. Gli amministratori decidono e segnano il destino delle proprie comunità. A Parma favorendo una cordata locale, fatta di imprenditori e azionariato popolare. A Parma, non a San Benedetto. 

La delibera 104 del 25/06/2015